Arnaldo Mussolini

Arnaldo Mussolini nasce nel 1885 a Dovia di Predappio, secondogenito dopo Benito e prima di Edvige. Diplomato alla media agraria di Cesena, nel 1908 fu abilitato ad insegnare agraria presso l'Istituto Falcon Vial di San Vito al Tagliamento; nel 1909 sposa Augusta Bondanini che gli darà tre figli: Sandro, Vito e Rosina.
Diventa segretario comunale a Travesio e poi a Morsano, in Friuli, dove lo sorprende la guerra e l'invasione degli austro-tedeschi; è la fine di ottobre 1917 e Arnaldo è tra i profughi.

Gli anni tra il 1919 e il 1922 sono di approfondimento culturale e preparazione politica a Milano, dove risiede per appoggiare le battaglie del fratello. Il 1° novembre 1922 gli viene affidata la direzione del Popolo d'Italia. Dal 1923 al 1927 si dedica all'attività giornalistica e a varie iniziative editoriali: dà vita ad un giornale per i Balilla, alla Domenica dell'agricoltore, Rivista Illustrata, Illustrazione Fascista, al Bosco, a Historia, pur continuando a dirigere Il Popolo d'Italia, divenuto l'organo del regime e quindi voce più autorevole del Governo. L'amore per la natura lo induce a dedicarsi, con scritti e discorsi, alla rinascita boschiva, all'organizzazione dell'agricoltura, alle bonifiche, al culto degli alberi e lo porta ad essere nominato primo presidente del Comitato Nazionale Forestale. Il 27 novembre 1928 gli viene conferita la laurea "honoris causa" in scienze agrarie e nel gennaio 1929 declina per la seconda volta la proposta di candidatura a deputato.

Nel 1930 l'amato figlio Sandro, da tempo malato, muore. Prosegue l'attività oratoria su tre motivi principali: campagna del risparmio, sviluppo della cultura fascista, educazione dei giovani. Nel 1931 il fratello lo esorta a visitare la Libia , accompagnato dal figlio Vito; tornato in Italia dedica una serie di articoli alla politica coloniale. Il 21 dicembre 1931 Arnaldo Mussolini muore, stroncato da un infarto. Una lapide dedicatoria è nella chiesa di S. Maria Nuova, dove il Duce volle che fosse sepolto, poichè il cimitero di Paderno era inagibile per neve ( dove però furono traslate le spoglie un anno dopo).