Lo zolfo

Intorno al 1863 le dodici miniere attive in Provincia di Forlì rappresentavano uno dei comparti più significativi per questo territorio, con oltre mille operai impiegati e con un picco produttivo di 23.700 tonnellate di zolfo nel 1878.

La società inglese “Cesena Sulphur Company Limited” acquisì alcune miniere e iniziò in questo lembo di Romagna l’attività estrattiva. Per il trasporto dello zolfo grezzo vennero realizzate nuove vie di comunicazione e una ippoferrovia, creando di fatto una “via dello zolfo” destinato a Cesena e a Cesenatico per il trasporto via mare. Tra il 1870 e il 1890 erano impiegati 1500 minatori in questa importante attività.

La vita dei minatori era particolarmente dura e il territorio di Mercato Saraceno vide la diffusione precoce delle idee democratiche e rivoluzionarie e l’amministrazione comunale dovette calmierare i prezzi di pane e farina per tutelare una nuova fascia di lavoratori “poveri”.

Gli anni che vanno dal 1880 al 1887 furono anni di profonda crisi per l’industria romagnola dello zolfo, messa in ginocchio dalla sensibile diminuzione del prezzo per tonnellata (circa il 45%) e dalla concorrenza degli zolfi siciliani con costi di produzione più bassi. Ancora visibile, in località Bora, il “fabbricone”, antica sede della società Montecatini, che si occupava della estrazione e commercializzazione dello zolfo.