Storia di Mercato Saraceno

Citata per la prima volta in un documento del XIII secolo, sarebbe stata fondata, verso la metà del 1100, da un certo Saraceno, membro della nobile famiglia ravennate degli Onesti, che ebbe in feudo la zona. Non manca però chi ritiene che la nascita del borgo vada riportata all'epoca delle incursioni dei saraceni in Italia.

La prima parte del toponimo si spiega col fatto che i suoi abitanti furono sempre dediti al commercio. Conquistata, nella seconda metà del Duecento, dall'arcivescovo di Ravenna, Filippo Fontana, fu dotata di più castelli, sottoposti a diverse giurisdizioni.

Al centro delle mire espansionistiche dei Malatesta e degli Ordelaffi, all'inizio del XVI secolo venne occupata da Cesare Borgia, il duca Valentino, che aveva l'ambizioso progetto di creare nell'Italia centro-settentrionale un grande principato. Dopo il fallimento del disegno del Borgia e del tentativo della Repubblica veneta di estendere i propri domini in Romagna si instaurò un clima di relativa tranquillità, che favorì l'ulteriore sviluppo dei traffici commerciali.

Rimasta sotto lo Stato della Chiesa fino all'avvento di Napoleone, seguì le successive vicende dei territori circostanti, registrando, sul finire dell'Ottocento, un intensificarsi delle lotte sociali e in particolare delle proteste dei minatori impiegati nelle miniere della zona. Pregevole è il patrimonio architettonico, in cui spiccano: la chiesa di Santa Maria Nuova, forse del XIV secolo; la pieve di San Damiano, di epoca altomedievale; la chiesa di Santa Maria della Vita; l'antica pieve di Monte Sorbo e il palazzo Gori, a Monte Castello.